Il 8 febbraio 2022 sono state approvate le modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana, introducendo la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali tra i principi fondamentali della Carta costituzionale.
L’articolo 9 è stato modificato per includere esplicitamente la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi tra i principi fondamentali, con particolare attenzione alle future generazioni. Inoltre, stabilisce che la legge dello Stato regoli i modi e le forme di protezione degli animali.
Questa è la prima volta dal 1948 che una modifica viene apportata agli articoli contenenti i c.d. “Principi Fondamentali” del la Costituzione.
Con questa modifica, il concetto di tutela ambientale diventa un pilastro essenziale della Costituzione italiana, andando oltre la semplice tutela del paesaggio, includendo ora anche l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi. Questo implica un bilanciamento di interessi più ampio da considerare nelle decisioni amministrative riguardanti, ad esempio, la realizzazione di nuove opere.
Prima di questa modifica, la Costituzione italiana non conteneva disposizioni specifiche per proteggere l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi. Tuttavia, la giurisprudenza e la dottrina avevano cercato di interpretare altre disposizioni costituzionali per garantire la tutela ambientale.
L’inclusione dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nella Costituzione italiana segue l’evoluzione di altri Paesi europei che già riconoscono esplicitamente la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile nelle loro Costituzioni.
Le modifiche all’articolo 41 sottolineano ulteriormente l’importanza dell’ambiente e della salute nell’equilibrio tra la libertà di iniziativa economica privata e gli interessi costituzionali rilevanti.
Nonostante queste modifiche costituzionali, rimangono alcuni dubbi interpretativi riguardanti termini come “future generazioni” e “biodiversità” e come questi si relazionino ad altri concetti costituzionali.
Inoltre, la riforma potrebbe avere implicazioni sul riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni riguardo alla tutela dell’ambiente e della biodiversità. Alcuni aspetti potrebbero essere di competenza esclusiva dello Stato, mentre altri potrebbero essere oggetto di competenze regionali.
Complessivamente, queste modifiche costituzionali rappresentano un passo significativo per rafforzare la tutela dell’ambiente e della biodiversità in Italia, sottolineando l’importanza della sostenibilità e delle generazioni future nell’ordinamento giuridico del Paese.