Oltre la sostenibilità: l’azienda rigenerAttiva

Inizio con le affermazioni di Christian Sarkar: come fa un’azienda a creare valore – non solo per sé stessa e i suoi proprietari – ma anche per la comunità? Nessun brand che voglia competere sul mercato, oggi, può porsi distante da questo approccio.

L’approccio è quello dell’azienda RIgenerAttiva.

L’approccio rigenerativo implica una visione a lungo termine e una consapevolezza dei limiti delle risorse cercando di creare un ciclo virtuoso in cui le attività aziendali contribuiscono alla rigenerazione anziché all’esaurimento delle risorse.

Consapevolezza dei limiti delle risorse significa attuare comportamenti allineati a questa consapevolezza che fa uscire dal solo SAPERE per passare al SAPER ESSERE.

Queste aziende si concentrano sull’innovazione, l’adozione di tecnologie sostenibili, la promozione di pratiche di gestione responsabile e la creazione di valore sociale, ambientale ed economico per tutte le parti interessate.

Inoltre le aziende RIgenerAttive spesso cercano di stabilire connessioni profonde con le comunità locali, promuovendo la coesione sociale, l’inclusione e la prosperità condivisa.

 

Cosa si intende per azienda rigenerativa?

Un’azienda rigenerativa è un tipo di impresa che mira a generare impatti positivi, non solo a livello economico, ma anche sociale e ambientale. Queste aziende si pongono l’obiettivo di andare oltre la sostenibilità, adottando strategie e pratiche che ripristinano, rinnovano e migliorano le risorse naturali, le comunità e l’ecosistema in cui operano.

La propensione al cambiamento è una skill determinante in questi tempi complessi.

L’obiettivo di sostenere il pianeta, gli individui e le comunità che subiscono più duramente la recessione economica e le conseguenze delle crisi ambientali, è l’obiettivo di queste imprese che stanno aprendo la strada a una tripla rigenerazione, ovvero “una strategia integrata per ripristinare, rinnovare e far crescere le persone, i luoghi e il pianeta in modo coeso e sinergico”, come si esprime l’economista Navi Radjou.

La crisi ambientale e la “scoperta” di essere in un sistema finito stanno mettendo a dura prova le società e le economie a livello globale. Lo sviluppo di una consapevolezza ambientale, fortunatamente, non è una novità e sta spingendo molte imprese a ristrutturare le proprie attività e i processi produttivi in modo da adottare un approccio più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

Si tratta di andare oltre la sostenibilità

Sono molte, dunque, le aziende impegnate da tempo in obiettivi concreti di sostenibilità: General Motors Corporation, ad esempio, dopo aver nominato nel 2020 il suo primo Chief Sustainability Officer, Dane Parker, si pone oggi l’obiettivo di raggiungere, entro il 2035, un futuro completamente elettrico e privo di emissioni.

Qui non entro nel merito del tema “elettrico e batterie”, ne scriverò in altro articolo.

Ancora, la nota Levi Strauss è attualmente impegnata a ridurre del 90% le emissioni di gas serra all’interno dei propri cicli produttivi.

Verso una revenue finanziaria e sociale quindi così come in termini di sostenibilità, che comprende gli aspetti ambientali, economici e finanziari, è necessario sollevare la discussione a un livello superiore. “Fare di più con meno risorse” è lo spunto alla base del “modello” di Innovazione Frugale formalizzato da Navi Radjou, uno dei 50 esperti di management più influenti al mondo secondo Thinkers50, che abbiamo già esaminato in precedenza. Questo modello, adottato da diverse aziende, grandi o piccole ma sicuramente all’avanguardia, mira a ridurre l’impatto ambientale e aumentare contemporaneamente l’impronta positiva, che non si limita solo a fattori strettamente “produttivi” e finanziari, ma genera un valore sociale ed ambientale di cui possono beneficiare le comunità umane in senso più ampio.

Le aziende rigenerative fanno la differenza.

Secondo l’ideatore del concetto di innovazione frugale, Radjou, le vere differenze saranno apportate dalle imprese rigenerative, ovvero quelle che si pongono come obiettivo l’aumento di quella che Gregory Norris, docente del dipartimento di salute ambientale alla T. H. Chan School of Public Health dell’università di Harvard, definisce “impronta socio-ecologica”.

Le aziende rigenerative, che si radicano profondamente nel territorio, contribuiscono a generare ricchezza nelle comunità di cui fanno parte, facilitando la coesione sociale e l’inclusività. “Possono raggiungere performance e un impatto finanziario notevolmente maggiori rispetto ai loro competitor concentrati sulla sola sostenibilità”, afferma Radjou.

 

Che sia il caso per la tua azienda di iniziare con una fotografia della propria situazione per mettere in campo una strategia per essere sostenibile e RigenerAttiva?

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